Raccolta di materiali per un ciclo di lezioni sulle fonti per la storia cittadina - IC Ferrara-Marottoli di Melfi - Articolazione del Progetto MELFInTASCA
martedì 31 luglio 2012
Monachesimo greco
da http://www.carboneonline.it/storia/recensione/recensione.pdf
Sì grande era la fama del monastero che nel 1167 Guglielmo il Buono affidò all’abate di Carbone, Bartolomeo (ab. Dal 1167 al 1174) l’incarico di riformare tutti i monasteri greci delle Puglie e sembra anche quelli di Calabria.
Bartolomeo aveva la carica di archimandrita di tutti i monasteri greci delle Puglie compresi entro il territorio delimitato da una linea che partiva da Salerno, scendeva per Eboli, Conza e Melfi sino al fiume Bradano...
Notizie sui primi archivi Napoletani
da http://www.maas.ccr.it/PDF/Napoli.pdf
Notizie sull’esistenza di un archivio regio si hanno dall’epoca sveva: nel titolo,V, libro II, delle Costituzioni melfitane si fa riferimento all’Archivum ed ai monunmenta publica Curiae. Si sa inoltre, per lo stesso periodo, che nel castello del Salvatore in Napoli (Castel dell’Ovo), così come nel rea1 palazzo in Palermo, si custodivano i quaterni feudorum et actorum Curiae, collectae generalis et clericorum; mentre da un diploma del 3 febbraio 1272, di Carlo I d’Angiò, risulta che fu disposto il trasferimento in Napoli delle scritture conservate nei castelli di Canosa e di Lucera. Della Cancelleria sveva però non giunse ai nostri tempi altro che un frammento di registro, in copia, degli anni 1239-1240, andato purtroppo distrutto nell’ultima guerra. Durante il periodo angioino le scritture erano conservate in diversi luoghi: in Trani, Bari, Melfi; nella torre di S. Erasmo presso Capua; in Castelcapuano e in Castel dell’Ovo in Napoli. Nei registri angioini ricorreva frequentemente notizia di spostamenti, al seguito del sovrano, di registri di cancelleria.
Alla fine del sec. XIII l’Archivio in Napoli può dirsi costituito con sede nel palazzo Fieschi, già di Pier delle Vigne, alla Sellaria; nell’agosto 1294 passò nel palazzo della curia regia (iuxta astracum quod dicitur de mari prope petram piscium Neapolis), per ritornare, nel novembre dello stesso anno, nel palazzo Fieschi. Durante il regno di Roberto si ebbero due trasferimenti: uno nel 1325 nelle case Vulcano a Porta Petruccia (oggi via Medina), l’altro nel palazzo di Somma, di fronte alla chiesa di S. Agostino; nello stesso edificio fu sistemata la zecca regia, così che da quel momento l’Archivio fu comunemente denominato, dalla sede, Archivio della regia zecca.
lunedì 30 luglio 2012
Sulla falsità del diploma del 1037
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CD8QFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.sapuglia.it%2FRepository%2F21_Diocesano_Barletta%2FADB_0007.pdf&ei=wugWULS5MIWE4gSfi4HACA&usg=AFQjCNFkv75JIVf_b84n-9J0exCgH8ZiiQ
Un diploma di Boemondo e altri su o da Melfi
Da archividelmediterraneo.org (inserire Melfi come chiave di ricerca nella casella Regesto)
Ebrei a Melfi nel 1464
Regesto di un documento conservato a Bari: Abram Salon ebreo, figlio di Vitalis de Melfia ebreo, si impegna a restituire a Saltielis, figlio di Ruben Bonafossa ebreo, ebreo di Bitonto, la somma di 20 tarì, concessagli a titolo di mutuo, entro il mese di maggio. (ma molto probabilmente Melfia indica Molfetta)
MELFI NELLA STORIA TRA L’XI E IL XIII SECOLO
Un documento Word con doppia intestazione: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - Comune di Melfi
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Le Pergamene di Melfi nell'Archivio Segreto Vaticano (Le Pergamene di Melfi: esercitazione)
Antonino Lancieri, LE PERGAMENE DI MELFI
in Archivio storico per la calabria e la Lucania, ANNO XIX (1950) FASC. IV.
Tutti coloro che si sono occupati della storia di Melfi
hanno dovuto notare ed anche deplorare che, nell'archivio del grandioso
palazzo episcopale, non si sono trovati documenti o carte antiche.
Eppure ve ne dovettero essere ed in abbondanza, sol che si pensi che Melfi, nell'anno 1037, era già sede vescovile, eretta da Nicola arcivescovo di Canosa e di
Bari, e, dopo la venuta dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e
degli Aragonesi, numerosi dovettero essere i documenti relativi ai tanti
affari ed ai tanti rapporti che si svolsero tra la Chiesa ed il potere
laico. Si sa, per altro, che queste carte
antiche scomparvero totalmente ad opera del Vicario capitolare Celestino
Tramontano nella lunga vacanza della sede vescovile, dopo la morte del
Vescovo De Vicariis avvenuta nel 1780. Soltanto alcune pergamene erano state raccolte in due volumi dal Vescovo di Melfi Mondella Orsini, nipote di
papa Benedetto XIII, nel 1727, ma anch'esse presero il volo.
Fortunatamente, nel 1935, questi due volumi furono, da un cittadino
pugliese, offerti all'Archivio Vaticano, ed il Papa Pio XI li fece
subito acquistare. I volumi contengono 51 pergamene, le quali, meno 4 che si riferiscono alla diocesi di Rapolla, riflettono Vescovi ed il Vescovado di Melfi; ciascuna misura cm. 60, 70, 80 di altezza. Sono state accuratamente staccate e stirate (erano piegate a 2, 3, 4 doppi !) ad opera di
Mons. Angelo Mercati, Prefetto dell'archivio segreto del Vaticano ed
Accademico Pontificio, il quale le ha illustrate e chiosate con grande
competenza e maestria in apposito opuscolo, in cui ne riporta nove nella
loro interezza, mentre delle altre fa un chiaro riassunto in un
capitolo a parte, dal titolo: « Regesto delle pergamene di Melfi ». Questo opuscolo apporta non poca luce su alcuni fatti rimasti incerti e confusi.
(Recensione a Regesto delle pergamene di Melfi, a cura di Mons. ANGELO MERCATI, in MISCELLANEA CARD. GIOVANNI MERCATI, Biblioteca Apostol. Vaticana, 1946, vol. V. )
Pergamene di Melfi: il ritrovamento
Collegamento alla pagina di google books contenente i riferimenti in cui Angelo Mercati ne annunciò il ritrovamento.
Collegamento all'Archivio storico per la Calabria e la Lucania su cui Antonino Lancieri annunciò entusiasticamente la notizia ai conterranei.
Notizia su Salsola
H. Houben in Studi in onore di Giosuè Musca, pag. 230.
Nel maggio 1236 il frate Basilio, "magister et preceptor omnium domorum Sancti Spiritus de Salzula" (Salsola nei pressi di Melfi), decise di aggregare la sua comunità di oblati, costituita da tre uomini e una donna, all'Ordine Teutonico. (Pergamene di Barletta, p. 206 sg., n. 131. Per l'ubicazione di Salsola (a nord dell'Ofanto) vedi T. Pedìo, Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985 (Riccardiana, IO), p. 75.
Nel maggio 1236 il frate Basilio, "magister et preceptor omnium domorum Sancti Spiritus de Salzula" (Salsola nei pressi di Melfi), decise di aggregare la sua comunità di oblati, costituita da tre uomini e una donna, all'Ordine Teutonico. (Pergamene di Barletta, p. 206 sg., n. 131. Per l'ubicazione di Salsola (a nord dell'Ofanto) vedi T. Pedìo, Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985 (Riccardiana, IO), p. 75.
Documenti dell'Abbazia di Cava
Vi compaiono documenti riguardanti "Melfi" (ma potrebbe essere Molfetta), risalenti al X secolo.
risultati della ricerca su ALIM
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lunedì 23 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
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