Raccolta di materiali per un ciclo di lezioni sulle fonti per la storia cittadina - IC Ferrara-Marottoli di Melfi - Articolazione del Progetto MELFInTASCA
lunedì 8 ottobre 2012
ancora su Arduino: le origini
Castello di Avigliana (To): le origini
da Wikipedia:
Il Castello di Avigliana è uno dei più antichi castelli del Piemonte (X secolo). Attualmente diroccato, si trova ad Avigliana all'imbocco della Val di Susa, a 25 km dal capoluogo Torino.
da Treccani.it
da google
domenica 7 ottobre 2012
Lupo protospatario
...è presente ad una donazione fatta dal Guiscardo all'abbazia venosina. (pag. 143 di questo documento)
venerdì 5 ottobre 2012
Le leggi napoletane secondo un diplomatico russo ai primi dell'Ottocento
da MÉMOIRES HISTORIQUES (par m. le comte GRICOIRE ORLOFF), pp. 153,l54
Le recueil des lois napolitaines était, comme
nous l'avons déjà vu , une espèce de chaos
qu'avaient contribué à former le droit romain ,
le droit canonique , le droit féodal , les consti-
tutions des princes normands et suabes, les
capitulaires des Angevins , les pragmatiques des
Arragonais et des vice-rois , les statuts particu-
liers à la ville de Naples et autres lieux du
royaume, lés usages de la grand'cour de
la vicarià et de la chambre de la sommària,
les instructions de la douane de Foggia , et enfin
les arrêtés et les fameux privilèges ou grâces ,
abcordés à la ville de Naples et au royaume;
toutes, ces productions des siècles passés , en
grande partie l'ouvrage des barbares , appliquées
à des circonstances passagères ou à des cas par-
ticuliers , offraient , comme on doit le croire , de
choquantes contradictions , ne pouvaient être
soumises à un plan régulier , à un système
bien ordonné de classiâcation.
giovedì 27 settembre 2012
giovedì 23 agosto 2012
mercoledì 15 agosto 2012
giovedì 9 agosto 2012
Italia pontificia
http://books.google.it/books?ei=nCUkUMzcJeOI4gT9iYGIAg&hl=it&id=7L25Av3EyOQC&dq=%22Memoria+per+lo+vescovo+di+Melfi%22&q=melfi#search_anchor
1025, i Saraceni distruggono Cisterna
Architettura bizantina nell'Italia meridionale:Campania, Calabria, Lucania, Volume 2
Edizioni Scientifiche Italiane, 1967 - 1099 pagine
Notizia ripetuta in:
dati più sicuri
provengono da una bolla di Papa
Giovanni XX datata 14 luglio 1028,
e da un'altra bolla di Urbano II del
1089, dove pare che la diocesi di
Rapolla fosse subentrata a quella di
Cisterna, che nel secondo
documento non viene più
menzionata.
|
Alto medioevo melfese (Leonessa - VI/VII sec.)
da
Barbara Visentin
La Basilicata nell’alto Medioevo. Il caso di Santa Maria di Anglona
[A stampa in Basilicata medievale. La cultura, Napoli, Nuovo Medioevo, 2009, pp. 191-212
© dell’autrice - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.biblioteca.retimedievali.it].
A testimoniare la floridezza economica, la stabilità politica e le relazioni culturali che caratterizzano le terre del sud longobardo tra la fine del VII e il IX secolo intervengono anche le fonti materiali che, per alcuni centri di area lucana come Melfi...
(continua in nota)
Si tratta di una villa rustica relativa alla prima età imperiale, rintracciata in località Leonessa, contrada Tesoro di Melfi. L’insediamento mostra tracce di continuità di vita relative alla costruzione di un edificio, probabilmente con funzioni religiose, tra il VI e il VII secolo. All’interno della struttura sacra è stata identificata una sepoltura con corredo femminile, databile tra il VII e l’VIII secolo. Per ulteriori notizie circa gli oggetti da cui era composto il corredo funerario si veda M. SALVATORE, Antichità altomedievali in
Basilicata in La cultura in Italia fra tardoantico e altomedioevo. Atti del Convegno del CNR (Roma 12-16 novembre 1979), vol. II, Roma 1981, pp. 958-959.
martedì 7 agosto 2012
Sulla Via Appia da Roma a Brindisi: le fotografie di Thomas Ashby : 1891-1925 - Thomas Ashby, Susanna Le Pera Buranelli, Rita Turchetti - Google Libri
Pag. 156
Il castello è fotografato da dove anch'io ritengo passasse la via Appia
Pag. 156
Il castello è fotografato da dove anch'io ritengo passasse la via Appia
lunedì 6 agosto 2012
Hanno scritto di Melfi...
HANNO SCRITTO DI MELFI
Un articolo poco corretto ma con una interessante immagine risalente almeno al 1927, cioè prima del terremoto del '30.
Un articolo poco corretto ma con una interessante immagine risalente almeno al 1927, cioè prima del terremoto del '30.
sabato 4 agosto 2012
venerdì 3 agosto 2012
1284 Sinodo di Melfi sulla convivenza tra rito greco e rito latino
HERDE Peter, Die Legation des Kardinalbischofs Gerhard von Sabina während des Krieges der Sizilischen Vesper und die Synode von Melfi (28. März 1284 ), in: “Rivista di Storia della Chiesa in Italia” 21 (1967) 1- 53
http://www.storiaonline.org/mi/enzensberger.greci.pdf
giovedì 2 agosto 2012
Cavalieri di Malta a Melfi, le rendite.
http://www.associazionefinisterre.it/cittamelitensi/biblioteca/gattini/gattini_commenda_melfi.pdf
La chiesa di Melfi, intitolata ai Santi Giovanni e Stefano,
si trovava “avanti del bagno, ò sia fontana di essa
città, pochi passi distante col quadro pittato di S. Giovanni,
e Stefano e nella fabrica avanti la fonte vi è altra
pittura in fabrica di S. Giovanni” (ASNa, Ordine di Malta. Cabrei, vol. 48, f. 57 [1743].)
da http://www.fedoa.unina.it/1059/1/malta_online_definitivo.pdf
La chiesa di Melfi, intitolata ai Santi Giovanni e Stefano,
si trovava “avanti del bagno, ò sia fontana di essa
città, pochi passi distante col quadro pittato di S. Giovanni,
e Stefano e nella fabrica avanti la fonte vi è altra
pittura in fabrica di S. Giovanni” (ASNa, Ordine di Malta. Cabrei, vol. 48, f. 57 [1743].)
da http://www.fedoa.unina.it/1059/1/malta_online_definitivo.pdf
L'antico nel campanile normanno di Melfi
Un articolo consultabile online.
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1987_num_99_1_2904
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1987_num_99_1_2904
mercoledì 1 agosto 2012
La dissipazione dell'archivio vescovile melfitano - (Le pergamene di Melfi: antefatto)
Araneo, pag. 7:
"Vivo nella certezza di meritare compatimento dal perché Melfi non ha archivi a svolgersi, non ha carte antiche ad osservarsi; tutto fu preda di militare sacco e fuoco... "
Continua in nota:
"La tradizione ha tramandato questa triste notizia fino a noi. Abbiamo però di tale fatto un documento certo ricavato dalla serie dei vescovi di questa diocesi, e trascritta appiede del Sinodo diocesano del vescovo Scaglia, stampato a Venezia nel 1634.
In principio di detta serie si legge: "Hic et nonnullis in locis istius tabulae multorum episcoporum nomina intercedunt monumentorum defectu, ex eo quia de anno 1528, quo tempore civitas Melphiae fuit ab Odet Comite Foix Lotrecco nuncupato devastata, episcopale archivium, (!) in quo omnes praelatorum documanta extabant, fuit flamma consumptum."
E nel Sinodo diocesano celebrato da Mondilla Orsino nel 1725, stampato a Benevento nel 1726, al titolo VI, cap. I, si fa del nostro archivio vescovile una descrizione assai deplorabile."
Ma Araneo sapeva del furto di alcune pergamene superstiti:
"...e se delle carte antiche ed interessanti furono risparmiate, queste vennero nella fine dello scorso secolo involate dall'archivio vescovile per la rapacità di un vicario capitolare non melfitano (UJD Celestino Tramontano NdR) nel suo lungo e pessimo governo che fece in questa diocesi, dopo la morte del vescovo De Vicariis."
A pagina. 221, nota 1, dà notizia di un altro gruppo di documenti perduti:
"Nella prefazione dicemmo che le poche carte del nostro Archivio Vescovile rimaste dopo il saccheggio di Lautrec, furono nello scorso secolo involate, e trasportate altrove. Fra esse esistevano tutte quelle che si citano nel presente documento. Il Vescovo Fra Vincenzo Ferrara avuto sentore che molte carte di Melfi si conservavano in Benevento, ne fece richiesta a quella famiglia presso la quale esistevano, e ne acquistò tre grandi casse pel prezzo di ducati trenta, facendole traspotare (!) in Napoli, dove egli dimorava. Dopo la di costui morte l'erede fece replicare premure presso il Vescovo successore Bovio, onde avesse mandato persona a rilevarle, sborsando però i ducati trenta. Bovio per altro non volle mai saperne di queste cose. Cio ebbe luogo nell'anno 1838. Chi sa quale fato subirono sì preziosi documenti." La prima dissipazione risale al 1528: Inoltre l'attitudine al "rogo degli archivi" da parte delle masse degli oppressi dovette essere causa di ulteriori perdite. Ne abbiamo testimonianza nel Memoriale di Crocco e nelle precedenti relazioni dei governatori dello stato di Melfi, citate in questo studio di Agnese Sinisi:
martedì 31 luglio 2012
Monachesimo greco
da http://www.carboneonline.it/storia/recensione/recensione.pdf
Sì grande era la fama del monastero che nel 1167 Guglielmo il Buono affidò all’abate di Carbone, Bartolomeo (ab. Dal 1167 al 1174) l’incarico di riformare tutti i monasteri greci delle Puglie e sembra anche quelli di Calabria.
Bartolomeo aveva la carica di archimandrita di tutti i monasteri greci delle Puglie compresi entro il territorio delimitato da una linea che partiva da Salerno, scendeva per Eboli, Conza e Melfi sino al fiume Bradano...
Notizie sui primi archivi Napoletani
da http://www.maas.ccr.it/PDF/Napoli.pdf
Notizie sull’esistenza di un archivio regio si hanno dall’epoca sveva: nel titolo,V, libro II, delle Costituzioni melfitane si fa riferimento all’Archivum ed ai monunmenta publica Curiae. Si sa inoltre, per lo stesso periodo, che nel castello del Salvatore in Napoli (Castel dell’Ovo), così come nel rea1 palazzo in Palermo, si custodivano i quaterni feudorum et actorum Curiae, collectae generalis et clericorum; mentre da un diploma del 3 febbraio 1272, di Carlo I d’Angiò, risulta che fu disposto il trasferimento in Napoli delle scritture conservate nei castelli di Canosa e di Lucera. Della Cancelleria sveva però non giunse ai nostri tempi altro che un frammento di registro, in copia, degli anni 1239-1240, andato purtroppo distrutto nell’ultima guerra. Durante il periodo angioino le scritture erano conservate in diversi luoghi: in Trani, Bari, Melfi; nella torre di S. Erasmo presso Capua; in Castelcapuano e in Castel dell’Ovo in Napoli. Nei registri angioini ricorreva frequentemente notizia di spostamenti, al seguito del sovrano, di registri di cancelleria.
Alla fine del sec. XIII l’Archivio in Napoli può dirsi costituito con sede nel palazzo Fieschi, già di Pier delle Vigne, alla Sellaria; nell’agosto 1294 passò nel palazzo della curia regia (iuxta astracum quod dicitur de mari prope petram piscium Neapolis), per ritornare, nel novembre dello stesso anno, nel palazzo Fieschi. Durante il regno di Roberto si ebbero due trasferimenti: uno nel 1325 nelle case Vulcano a Porta Petruccia (oggi via Medina), l’altro nel palazzo di Somma, di fronte alla chiesa di S. Agostino; nello stesso edificio fu sistemata la zecca regia, così che da quel momento l’Archivio fu comunemente denominato, dalla sede, Archivio della regia zecca.
lunedì 30 luglio 2012
Sulla falsità del diploma del 1037
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=3&ved=0CD8QFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.sapuglia.it%2FRepository%2F21_Diocesano_Barletta%2FADB_0007.pdf&ei=wugWULS5MIWE4gSfi4HACA&usg=AFQjCNFkv75JIVf_b84n-9J0exCgH8ZiiQ
Un diploma di Boemondo e altri su o da Melfi
Da archividelmediterraneo.org (inserire Melfi come chiave di ricerca nella casella Regesto)
Ebrei a Melfi nel 1464
Regesto di un documento conservato a Bari: Abram Salon ebreo, figlio di Vitalis de Melfia ebreo, si impegna a restituire a Saltielis, figlio di Ruben Bonafossa ebreo, ebreo di Bitonto, la somma di 20 tarì, concessagli a titolo di mutuo, entro il mese di maggio. (ma molto probabilmente Melfia indica Molfetta)
MELFI NELLA STORIA TRA L’XI E IL XIII SECOLO
Un documento Word con doppia intestazione: UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO - Comune di Melfi
link per il download
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Le Pergamene di Melfi nell'Archivio Segreto Vaticano (Le Pergamene di Melfi: esercitazione)
Antonino Lancieri, LE PERGAMENE DI MELFI
in Archivio storico per la calabria e la Lucania, ANNO XIX (1950) FASC. IV.
Tutti coloro che si sono occupati della storia di Melfi
hanno dovuto notare ed anche deplorare che, nell'archivio del grandioso
palazzo episcopale, non si sono trovati documenti o carte antiche.
Eppure ve ne dovettero essere ed in abbondanza, sol che si pensi che Melfi, nell'anno 1037, era già sede vescovile, eretta da Nicola arcivescovo di Canosa e di
Bari, e, dopo la venuta dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e
degli Aragonesi, numerosi dovettero essere i documenti relativi ai tanti
affari ed ai tanti rapporti che si svolsero tra la Chiesa ed il potere
laico. Si sa, per altro, che queste carte
antiche scomparvero totalmente ad opera del Vicario capitolare Celestino
Tramontano nella lunga vacanza della sede vescovile, dopo la morte del
Vescovo De Vicariis avvenuta nel 1780. Soltanto alcune pergamene erano state raccolte in due volumi dal Vescovo di Melfi Mondella Orsini, nipote di
papa Benedetto XIII, nel 1727, ma anch'esse presero il volo.
Fortunatamente, nel 1935, questi due volumi furono, da un cittadino
pugliese, offerti all'Archivio Vaticano, ed il Papa Pio XI li fece
subito acquistare. I volumi contengono 51 pergamene, le quali, meno 4 che si riferiscono alla diocesi di Rapolla, riflettono Vescovi ed il Vescovado di Melfi; ciascuna misura cm. 60, 70, 80 di altezza. Sono state accuratamente staccate e stirate (erano piegate a 2, 3, 4 doppi !) ad opera di
Mons. Angelo Mercati, Prefetto dell'archivio segreto del Vaticano ed
Accademico Pontificio, il quale le ha illustrate e chiosate con grande
competenza e maestria in apposito opuscolo, in cui ne riporta nove nella
loro interezza, mentre delle altre fa un chiaro riassunto in un
capitolo a parte, dal titolo: « Regesto delle pergamene di Melfi ». Questo opuscolo apporta non poca luce su alcuni fatti rimasti incerti e confusi.
(Recensione a Regesto delle pergamene di Melfi, a cura di Mons. ANGELO MERCATI, in MISCELLANEA CARD. GIOVANNI MERCATI, Biblioteca Apostol. Vaticana, 1946, vol. V. )
Pergamene di Melfi: il ritrovamento
Collegamento alla pagina di google books contenente i riferimenti in cui Angelo Mercati ne annunciò il ritrovamento.
Collegamento all'Archivio storico per la Calabria e la Lucania su cui Antonino Lancieri annunciò entusiasticamente la notizia ai conterranei.
Notizia su Salsola
H. Houben in Studi in onore di Giosuè Musca, pag. 230.
Nel maggio 1236 il frate Basilio, "magister et preceptor omnium domorum Sancti Spiritus de Salzula" (Salsola nei pressi di Melfi), decise di aggregare la sua comunità di oblati, costituita da tre uomini e una donna, all'Ordine Teutonico. (Pergamene di Barletta, p. 206 sg., n. 131. Per l'ubicazione di Salsola (a nord dell'Ofanto) vedi T. Pedìo, Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985 (Riccardiana, IO), p. 75.
Nel maggio 1236 il frate Basilio, "magister et preceptor omnium domorum Sancti Spiritus de Salzula" (Salsola nei pressi di Melfi), decise di aggregare la sua comunità di oblati, costituita da tre uomini e una donna, all'Ordine Teutonico. (Pergamene di Barletta, p. 206 sg., n. 131. Per l'ubicazione di Salsola (a nord dell'Ofanto) vedi T. Pedìo, Centri scomparsi in Basilicata, Venosa 1985 (Riccardiana, IO), p. 75.
Documenti dell'Abbazia di Cava
Vi compaiono documenti riguardanti "Melfi" (ma potrebbe essere Molfetta), risalenti al X secolo.
risultati della ricerca su ALIM
risultati della ricerca su ALIM
lunedì 23 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
mercoledì 27 giugno 2012
Farnolfo, Vescovo di Cisterna
Ed. Migne Coll. 435-6
Praeterea vix adhuc quindecim emensi sunt dies, ex quo vidi Farnulphum venerabilem virum sponte sua aecclesiastici regiminis administratione nudatum. In Cisterna siquidem Appula civitate cathedram obtinuerat, quam reliquit, ac duobus ferreis circulis non parvi ponderis pectus ventremque constrinxit, quibus affligi fere iam a septennio non cessavit; vino vel nunquam, vel raro utitur, crebris quoque ieiuniis maceratur. Hic tantus vir ad abrenuntiationem episcopatus non me minus exhortatus est verbo, quam provocabat exemplo.
Cronologia: Niccolò II fu papa dal 1058 al 1061 e Farnolfo aveva rinunciato alla cattedra sette anni prima che Pier Damiani scrivesse questa lettera (Opusculum decimum nonum: De abdicatione episcopatus. Ad Nicolaum II Rom. Pont.).
Riassunto della storia di Melfi e Cisterna
http://www.culturaservizi.it/vrd/files/010_Melfi%20nella%20storia%20e%20nell'economia%20(II).pdf
Più un articolo che afferma (testo e nota 31) che la Docesi di Cisterna confluì in quella di Melfi dopo il 1172.
http://www.old.consiglio.basilicata.it/basilicata_regione_notizie/brn92_0299/06%20A.%20Pellettieri%20DIOCESI.pdf
martedì 26 giugno 2012
Strumenti di lavoro: l'Atlante di Antonio Michele
“Alla fine della primavera e dell’autunno i tratturi, simili per tutto il resto dell’anno al letto secco di un torrente, si riempivano di ondate viventi che rotolavano verso il mare o defluivano in direzione delle montagne. Tra Venosa e Melfi fummo costretti a farci da parte per lasciar passare, con un rumore di marea e un grande sbattere di campanacci, forse un migliaio di buoi bianchi scortati da cavalieri dalla barbarica sagoma”. (Émile Bertaux)
Sul regio tratturo
Sul regio tratturo
25 giugno San Guglielmo da Vercelli
dagli ACTA SS
DE S. GUILIELMO ABBATE
FUNDATORE EREMITARUM MONTIS VIRGINIS
SUB REGULA S. P. BENEDICTI,
GULETI APUD NUSCUM IN APULIA.
ANNO MCXLII.
lunedì 25 giugno 2012
Arduino da Milano o da Torino?
Poteva discendere dagli Arduinici di Susa.
In questo regesto di cose venosine compare la dicitura "Arduinus gratia Dei Marchio pro donum Domini
Henrici Imperatoris".
Secondo lo storico bizantino Cedreno, le truppe alleate dei Normanni nei primi tempi della conquista in Apulia provenivano dalla regione tra il Po e le Alpi. Secondo il Curopalata Arduino è lo zio del Guiscardo
Infine, due formati dello stesso libro in cui Arduino è trattato ampiamente:
http://www.archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog/lainsurrezionep00blasgoog_djvu.txt
http://archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog#page/n340/mode/2up
In questo regesto di cose venosine compare la dicitura "Arduinus gratia Dei Marchio pro donum Domini
Henrici Imperatoris".
Secondo lo storico bizantino Cedreno, le truppe alleate dei Normanni nei primi tempi della conquista in Apulia provenivano dalla regione tra il Po e le Alpi. Secondo il Curopalata Arduino è lo zio del Guiscardo
Infine, due formati dello stesso libro in cui Arduino è trattato ampiamente:
http://www.archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog/lainsurrezionep00blasgoog_djvu.txt
http://archive.org/stream/lainsurrezionep00blasgoog#page/n340/mode/2up
Sibilla, eretica di Melfi
domenica 24 giugno 2012
Famulus sancti Ambrosii episcopi mediolanensis
Arduino di Melfi si autodefinisce Marchio (indica l'appartenenza alla dinastia arduinica) in un documento di cui parla Huben in Melfi, Venosa, pag. 315
Toponimi italiani Sant'Ambrogio di Torino, comune italiano in provincia di Torino Sant'Ambrogio di Valpolicella, comune italiano in provincia di Verona Sant'Ambrogio sul Garigliano, comune italiano in provincia di Frosinone Sant'Ambrogio, località italiana frazione di Cefalù Sant'Ambrogio, frazione del comune di Trebaseleghe Sant'Ambrogio, frazione del comune di Zoagli Sant'Ambrogio di Fiera, sobborgo del comune di Treviso Sant'Ambrogio, contrada storica di Legnano Anche Corbetta, comune della provincia di Milano a circa 20 km dal capoluogo, era detto Castrum Sancti Ambrosii.
Toponimi italiani Sant'Ambrogio di Torino, comune italiano in provincia di Torino Sant'Ambrogio di Valpolicella, comune italiano in provincia di Verona Sant'Ambrogio sul Garigliano, comune italiano in provincia di Frosinone Sant'Ambrogio, località italiana frazione di Cefalù Sant'Ambrogio, frazione del comune di Trebaseleghe Sant'Ambrogio, frazione del comune di Zoagli Sant'Ambrogio di Fiera, sobborgo del comune di Treviso Sant'Ambrogio, contrada storica di Legnano Anche Corbetta, comune della provincia di Milano a circa 20 km dal capoluogo, era detto Castrum Sancti Ambrosii.
mercoledì 20 giugno 2012
Iapigia 1931: Arduino discendente del Glabrio?
A pag. 12 e 13 del documento web.
Iapigia, 1931, Fasc IV
martedì 19 giugno 2012
1027, Melfi è longobarda e bizantina
(H. Houben, pag. 118, nota 1) Né credo che si debba altrimenti spiegare un diploma del 1027 col quale un certo Giovanni, figlio di Serio, della città di Melfi, donò a sua moglie, anche Melfitana, a titolo di Morgengab la quarta parte di tutt'i suoi beni mobili od immobili secundum ritus gentis nostrae Langovardorum, rendendola proprietaria piena, secundum quomodo in edicti continet pagina. L' istrumento fu redatto nella città di Melfi, ma con la intestazione dell' Imperatore Costantino (Codex dipl. Cavensis, Tom. V. p. 134).
Aldoynus/Arduinus - ante 1068
Da Dei primi feudi nell'Italia meridionale; ovvero nuovo contributo alla critica storica dei primi feudi (1886) di Antonio Rinaldi.
(pag. 38) In un carlarium del Monastero di S. Biagio di Aversa leggonsi le seguenti parole sotto l'anno 1068: Aldoynus ex genere Franciae habet causa fegus beneficii a parte Principis Capue, sicut mos Francorum est in his regionibus (Capasso, Archivio storico per le provincie Napoletane, anno 1884, pag. 554).
La storiografia umanista include la possibilità che egli sia francese:
domenica 17 giugno 2012
Il Castello di Avella (Av)
http://www.bibar.unisi.it/sites/www.bibar.unisi.it/files/testi/testisami/sami3/2_24_cin.pdf
Risalente all'XI secolo secondo gli archeologi, fu forse questa la residenza, in un punto che emblematicamente controlla il passaggio dalla Campania alla Puglia, che Arduino scelse per godere tranquillamente delle ricchezze accumulate durante la Presa delle Puglie (metà di tutto il bottino normanno, secondo Leone Ostiense)?
il castello eè collegato al culto di San Michele, secondo qiesto sitp:
http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/37-il-castello-di-avella.html
Risalente all'XI secolo secondo gli archeologi, fu forse questa la residenza, in un punto che emblematicamente controlla il passaggio dalla Campania alla Puglia, che Arduino scelse per godere tranquillamente delle ricchezze accumulate durante la Presa delle Puglie (metà di tutto il bottino normanno, secondo Leone Ostiense)?
il castello eè collegato al culto di San Michele, secondo qiesto sitp:
http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/37-il-castello-di-avella.html
venerdì 15 giugno 2012
giovedì 14 giugno 2012
A.D. 1037 - una pergamena
In questo articolo dell'ASCL a pag. 35 (45 del pdf) se ne fa una convincente analisi storica.
Ne parla anche il Di Meo
mercoledì 13 giugno 2012
Arduino di Melfi
Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Nallino, Catania, 1933 (note del vol.2)
951 Amato lo dice: "Arduyn servicial de Saint-Ambroise archevesque de
Milan;" Leone d'Ostia "Arduinus quidam Lambardus (cioè della Lombardia
d'oggidì) de famulis scilicet Sancti Ambrosii;" Malaterra "Arduinum quendam
Italum;" Lupo Protospatario "Arduinus Lombardus;" Cedreno "Arduino....
signore independente di un certo paese (Αρδουι̃νον... χωρας τινός α̉́ρχοντα, καὶ
υπὸ μηδενὸς α̉γόμενον)." In questo medesimo passo, tomo II, p. 345, Cedreno
dice positivamente che la compagnia normanna era capitanata da Ardoino,
talchè si riscontra con Guglielmo di Puglia, lib. I, Inter collectos erat
Hardoinus etc. e col Chronicon Breve Northman., presso Muratori, Rerum
Italicarum Scriptores, tomo V, p. 278, che dice assalita la Puglia il 1041 dai
Normanni, duce Hardoino: Tutte le circostanze dei presente fatto e
dell'ordinamento a Melfi, provan lo stesso. Amato, Malaterra e gli altri scrittori
di parte normanna aman meglio a far capitano della compagnia Guglielmo
Braccio di ferro, che nel 1038 conducea probabilmente uno squadrone e che
arrivò al sommo grado nel 1043.
952 Amato, lib. II, cap. XVI e Leone d'Ostia, lib. II, cap. 66, quasi con le stesse
parole di lui, scrivono che Ardoino, preposto dai Bizantini al governo di varie
città di Puglia dopo la ingiuria ricevuta in Sicilia della quale si volea
vendicare, accarezzasse e suscitasse occultamente i popoli alla rivoluzione. Il
fatto si dee tener vero, ma si dee porre innanzi l'impresa di Sicilia; perchè è
impossibile, con tutta la corruzione del governo bizantino, che fosse stato
affidato quell'officio ad Ardoino dopo la diserzione; e d'altronde non lascia
luogo a tal fatto il breve tempo che corse tra la fuga della compagnia
dall'esercito di Sicilia e la occupazione di Melfi. Amato, che ignorava le date e
i particolari, cadde facilmente in quest'anacronismo. Ardoino sembra della
nobiltà minore che si sollevò il 1035 contro l'arcivescovo di Milano e fu vinta.
È verosimile parimenti ch'egli ed altri rifuggiti e stranieri avessero fatto una
compagnia di ventura, e che innanzi il 1038, trovandosi ai soldi dei Bizantini,
gli fosse stato affidato il comando militare di qualche città di Puglia.
953 Si confrontino: Malaterra, lib. I, cap. VIII; Amato. lib. II, cap. XIV a XVIII;
Guglielmo di Puglia, lib. I, Cumque triumphato etc, Cronica di Roberto
Guiscardo presso Caruso, Bibliotheca Sicula, p. 832, e nella versione francese,
lib. I, cap. V; Leone d'Ostia, lib. II, cap. LXVII; Cedreno, tomo II, p. 545.
Queste autorità differiscono molto nei particolari del torto fatto alla
compagnia, ed altri ne dà la colpa a Maniace, altri a Michele Doceano,
succedutogli nel comando in Italia. Ho seguito a preferenza il Malaterra, la cui
narrazione è più verosimile e s'incatena meglio con gli altri fatti.
Alamanno da Melfi, monaco cassinese
Al capitolo 51 dell’Ortus et vita iustorum cenobii Casinensis Pietro diacono racconta la vicenda di "Almannus" che "in Casino Monachus fuit eius profecto quantum Deo placuerit vita, exitus illius patefecit. Hic igitur e Melphia, de qua ortus fuerat, ad hoc coenobium veniens districtissime satis, et continentissime vixit, omnibus enim noctibus iuxta ecclesiam S. Andrea apostoli nudus permanens, duris scoparum ictibus psalmos canens, semetipsum affligere non desinebat. Gerardi autem abbatis tempore [ottobre 1111 - 17 gennaio 1123], cum idem vir notturno tempore esset defunctus, Nicolaus Сellararius foris monasterium manens, elevatis oculis, vidit tettum cenobii de super aperiri, et ex eo maximum globum ignis egredi, atque in coeli alta deferri. Statim vero ad monasterium nuntium mittens, invenit еa hora fuisse Almanni obitum, qua globum ignis de monasterio egredi coelique alta petere vidit. Hanc autem visionem sicut Cellararius a foris ita et Carbo in Monasterio positus vidit. Hic vero quamdiu vixit, tribus diebus in ebdomada panem et aquam comedit, et numquam nisi certa solvit festivitate ieiunium.
(da Historia abbatiae Cassinensis, Sebastiano Coleti (a c. di), 1733, pag. 381)
(da Historia abbatiae Cassinensis, Sebastiano Coleti (a c. di), 1733, pag. 381)
martedì 12 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
Feudo e società a Melfi tra Medioevo barocco e lumi / Enzo Navazio
Indici generali di due opere consultabili su Internetculturale, attraverso questi collegamanti.
http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/viewItemMag.jsp?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AArsbni2%3ABVE0112032&teca=Bncf
http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AArsbni2%3ABVE0108318&teca=Bncf
http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/viewItemMag.jsp?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AArsbni2%3ABVE0112032&teca=Bncf
http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AArsbni2%3ABVE0108318&teca=Bncf
sabato 9 giugno 2012
Le sole pietre
Prìncipi non melfitani, amministratori ingordi e rapaci non ebbero un palpito solo che avesse loro ricordata l'antica gloria del castello. Non un quadro, non una statua, non una delle tante armi, non uno dei tanti monumenti che lo adornavano; tutto fu trasportato a Genova, a Roma o nelle case degli amministratori, compresi tutti gli archivi, ed a Melfi non rimasero che le sole pietre. (Basilide Del Zio)
lunedì 4 giugno 2012
SCHEDA DI RICOGNIZIONE ARCHIVISTICA
COLLOCAZIONE
Istituto: ARCHIVIO SEGRETO VATICANO
Fondo: DOCUMENTA MISCELLANEA
Inventario: 4291
SERIE: II
NUMERO: 9
SUPPORTO: pergamena CONSISTENZA (CARTE/FOGLI): 1
DIMENSIONI: 56,3x34,7cm
SOGGETTO PRODUTTORE: Richerio, vescovo di Melfi
DESTINATARIO: Monache benedettine di S. Venere
REGESTO/CONTENUTO:
Il vescovo di Melfi, Richerio, stretto collaboratore di Federico II, su richiesta della badessa Maria, trasferisce il monastero femminile benedettino di Santa Venere in un luogo più adatto alla vita religiosa, presso San Giovanni d'Iliceto.
Della nuova collocazione vengono delineati con precisione i confini.
Voci d'indice
ANTROPONIMI: Richerio, Maria, Nicolao et Bonoinfante iudicibus, sottoscrizioni
TOPONIMI:Cisterna, Iliceto, Salsola, Gaudiano, Melfi
Storia testuale
Originale/copia/autografo/olografo/chirografo: originale
Edizioni: Araneo (da una copia)
Bibliografia: Mercati 1947
Metodologie
paleografia
scritture (capitale, onciale, beneventana, irlandese, curialesca, carolina, gotica, mercantesca, cancelleresca...)
elementi formali (modulo, tratto, ductus, legatura, nesso)
abbreviature (contrazione, troncamento, nomina sacra)
compendi (titulus, per, pre, pro, qui, que, ver, et, cum...)
diplomatica
protocollo (invocazione, intitolazione, iscrizione, saluto)
testo (arenga, narraz., disposizione, sanzione, corroboraz.)
escatocollo (sottoscrizioni, datazione, sigillo o bolla)
datazione (indizione, stili: incarnazione, natività, pasqua)
ars dictaminis (inventio, dispositio, elocutio, [mem. e actio])
venerdì 1 giugno 2012
giovedì 3 maggio 2012
storici normanni
Guglielmo di Puglia (Il codice Beccolvino e il codice Albricense) [chiave di ricerca:
Annali Baresi e Lupo Protospatario (ed. Antonio Caracciolo, Antiqui chronologi
Amato di Montecassino [Chiave di ricerca: Melfe]
Alessandro di Telese, Ystoria Rogerii regis Sicilie Calabrie atque Apulie
Melfia]
Annali Baresi e Lupo Protospatario (ed. Antonio Caracciolo, Antiqui chronologi
IV)
Il Chronicon NorthmannicumAmato di Montecassino [Chiave di ricerca: Melfe]
Alessandro di Telese, Ystoria Rogerii regis Sicilie Calabrie atque Apulie
cronache locali
Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum
Chronicon Amalphitanum,
Chronicon Cassinese, di Leone Marsicano (sive Ostiense)
Chronicon di Romualdo Salernitano [p. 249])
Chronicon venusinum
Chronicon Amalphitanum,
Chronicon Cassinese, di Leone Marsicano (sive Ostiense)
[Araneo p. 57 n. 1]
Chronicon di Romualdo Salernitano [p. 249])
Chronicon venusinum
martedì 1 maggio 2012
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